01.02.22

Riforma fiscale e assegno unico universale in busta paga

Con l’introduzione della riforma fiscale, le buste paga subiscono alcune modifiche nella modalità di calcolo delle imposte e dei contributi, di seguito evidenziate:

- rimodulazione degli scaglioni IRPEF e delle relative aliquote;
- differente modalità di calcolo delle detrazioni per lavoro dipendente;
- nuovo trattamento integrativo, pari a 100 euro mensili solo per i redditi di lavoro dipendente fino a 15.000 euro e condizionato a specifici e stringenti requisiti per i redditi tra 15.000 euro e fino a 28.000 euro;
- abrogazione della detrazione fiscale per redditi di lavoro dipendente pari a 80 euro mensili in caso di reddito complessivo ricompreso tra 28.000 euro e 40.000 euro;
- l'esonero contributivo parziale pari a 0,80%, per il 2022, a favore dei dipendenti con reddito inferiore a 34.996 euro.

Gli effetti di queste novità, che in genere allevieranno il peso della pressione fiscale sui dipendenti, saranno percepibili nulle buste paga relative al mese di gennaio 2022.

A queste novità già in vigore, si aggiungerà, a partire dal mese di marzo, l’introduzione dell’ assegno unico e universale per le famiglie, corrisposto direttamente dall'INPS ma in sostituzione dell’attuale assegno per il nucleo familiare e delle detrazioni fiscali per i figli a carico di età inferiore a 21 anni.

Ciò impatterà sul “netto in busta”, che si ridurrà dal mese di marzo; l'assegno unico universale verrà invece corrisposto al lavoratore - previa sua diretta richiesta da presentare in forma telematica all'INPS, direttamente dall'istituto mediante accredito su conto corrente.

Il combinato delle novità normative, “riforma fiscale” e “assegno unico universale”, modifica quindi il sistema di calcolo delle buste paghe al quale eravamo abituati; l’impatto – ripetiamo - si percepirà “sul netto in busta”, mentre il costo del lavoro per l’azienda rimarrà invariato.